The art of stringing

TECNICA – TECNOLOGIA E ARTE DELL’INCORDATURA

…. Dedicato a tutti coloro che fanno del proprio lavoro una passione
e della propria passione un’arte….

— PREFAZIONE —

Mi piace iniziare premettendo che questo manuale non è e non vuole essere una sorta di “bibbia” dell’incordatore, “il Santo Graal” dello stringer, la “Treccani” del tecnico o una serie di “Sacri Comandamenti” da rispettare pena la morte, il pubblico ludibrio, la gogna o la fustigazione!
Ad oggi, per quanto mi è dato sapere da notizie raccolte qua e là per il mondo, non si possono annoverare morti o feriti per racchette incordate male ma, ricordiamoci pure che una racchetta ben incordata, in funzione alle necessità ed esigenze del giocatore, da parte di un “buon tecnico” è in grado di ottimizzare le prestazioni di gioco dell’agonista come pure dell’amatore e limitare la possibilità di infortuni e malanni fisici.
Dobbiamo sempre tenere presente che il sistema corda-racchetta è qualcosa di trasversale che influisce in modo percentuale ma apprezzabile sulla parte mentale, fisica e tecnica del giocatore; è su questa parte percentuale, quel 5-10% che dobbiamo concentrare la nostra attenzione, come pure, su tutta la parte riguardante la prevenzione delle epicondiliti, delle epitrocleiti e degli infortuni alla spalla.
Mi piacerebbe che il mio lavoro potesse diventare una traccia utile a successive esplorazioni e sperimentazioni, esperienze personali, confronto con gli altri e con se stessi, sapendo che incordare è una complessa miscela di arte ed artigianalità, conoscenze tecniche e manualità che si costruiscono con dedizione, pazienza, tempo, studio e passione.
Ma perché si inizia ad incordare?
Mah… non esiste un’unica risposta dato che spesso sono diverse e differenti le motivazioni che spingono ad iniziare ad infilare corde su e giù per il telaio di una racchetta.
– C’è il genitore volenteroso, (solitamente padre e non madre ma non ho capito mai perché….), che inizia oramai disperato, per cercare di ammortizzare le continue spese del proprio pargolo-a, che allegramente trita corde con cadenza giornaliera dilapidando il patrimonio familiare.
– C’è il giocatore agonista che inizia per abbattere i costi di incordatura e che nella maggior parte di casi incorda con qualsiasi cosa gli capiti davanti purché costi poco.
– C’è lo scettico che non si fida del proprio incordatore… ed in generale di nessuno!
– C’è il megalomane che incorda per gli amici, ma può annoverare fra questi… Roger, Nole, Stan ed una ventina di top 50 passati per caso dalle parti del circolo di Zagarolo o che arrivano nottetempo per portare i telai.
– C’è lo sperimentatore che cambia corde, ma spesso anche racchette in modo compulsivo, che conosce tutte le marche ed i modelli disponibili, i calibri, le varianti e che deve testare tutto quello che il mercato offre.
– C’è il paranoico che cerca la perfezione assoluta per il set-up della propria racchetta (e che di solito non la caccia di là), ma che come dice lui…. “la sente”.
In realtà poi l’incordatore è un mix di tutte queste figure, una persona che per strana alchimia unisce varie “patologie” per creare una figura al limite del mitologico, solitario e scontroso, talvolta “gran guru”, “gran visir” o “Maestro” di tutti i cordaggi, spesso amato ma altrettanto spesso temuto da giocatori e semplici appassionati tanto da affibbiargli i soprannomi più disparati.
Qualcuno si potrebbe chiedere il perché di un libro dedicato alle incordature, agli incordatori ed al loro mondo e soprattutto se ce ne fosse realmente bisogno; la risposta è semplice, o meglio, per me è piuttosto semplice, in quanto ho sentito personalmente il bisogno di scrivere questo manuale non perché io sia un incordatore provetto (al contrario), perché sia un professionista o una celebrità nel mondo degli stringers (magari…. ma anche no!), ma piuttosto perché, a differenza di tutte le discipline, hobby ed “arti”, da quando ho iniziato ad affacciarmi a questo mondo, mi sono sempre chiesto perché non ci fosse alcuno scritto che potesse funzionare da guida e da linea per tutti coloro e sono sicuramente molti, che si volessero approcciare e provare l’ebbrezza dell’incordatura.
Il libro è da considerare come una vera e propria guida scritta per accompagnare, per esplorare ed invogliare a successivi approfondimenti, a provare con mano e con corda ad incordare ponendo attenzione ai molteplici elementi da tenere in considerazione durante un’incordatura e soprattutto ad intraprendere una continua e progressiva opera di miglioramento personale che può fermarsi al semplice piacere personale come pure essere spinta sino alla trasformazione di una passione in una professione.
Ho provato a mettere insieme molti elementi e spunti, sapendo che non è possibile trattare tutto in modo esaustivo e del tutto completo, ma che è però necessario applicare un approccio multidisciplinare ad un lavoro che è per sua natura un mix fra manualità, artigianalità, scienza ed arte.
Sono partito inserendo elementi storici, semplici curiosità, aneddoti come pure spunti tecnici e teorici; penso infatti che la conoscenza del presente presupponga necessariamente una conoscenza del passato perché in questo modo è possibile sapere da dove si è partiti, dove si è arrivati e dove si andrà a finire…. (forse!).
Come fare a trascurare la tecnica e la tecnologia delle macchine incordatrici, i loro pregi, difetti e peculiarità per capire come fare a scegliere in fase di acquisto e lavorare al meglio con queste ?
Non si potevano non prendere in considerazione i ferri del mestiere, da quelli più antichi a quelli moderni, sapendo come si usano, come si possono usare e come non usarli ?
La parte relativa alle corde da tennis rischia forse di essere molto tecnica e un po’ pesante, capisco perfettamente anche se sono ingegnere…. ma mi raccomando…. non trascurate la parte teorica relativa alle “stringhe” dato che
questa sezione costituisce un capitolo fondamentale per approcciarsi ai concetti di rigidità statica, rigidità dinamica, resilienza come pure plasticizzazione e perdita di tensione. Teniamo presente, che buona parte della conoscenza delle corde e di prevenzione degli infortuni, passa di qui…. e volenti o nolenti a ragione di causa, non possiamo permetterci un approccio “ad spanellam” mascherato sotto le mentite vesti del “Guru della raccheta”, del “Mago del telaio” o del”Maestro dell’incordatura”.
Per quanto riguarda il capitolo nodi e pattern ho tentato di dare una panoramica generale di quanto presente nel mondo delle incordature, che consentisse un approccio globale al problema, ma sapendo che in ogni ambito la
semplicità e la standardizzazione paga sempre. Dunque conoscere, anche in modo profondo ed appassionato, ma mai perdersi in virtuosismi fini a se stessi, in “stringing pattern” che usiamo soltanto per fare sfoggio. Tentiamo di essere solidi, consistenti, regolari e precisi racchetta dopo racchetta, ora dopo ora, privilegiando l’ottimizzazione del rapporto energia profusa/risultato dato che questo è il segreto del successo di un buon incordatore.
Detto questo…. posso solo aggiungere che spero con il cuore che queste pagine possano essere da stimolo per molti ad iniziare, per altri ad approfondire le tematiche relative al mondo delle incordature pur sapendo che, come detto, questo “libercolo” non è e non vuole essere un punto di arrivo ma al contrario un punto di partenza.
Un piccolo consiglio infine se mi posso permettere; si ricordi sempre infatti che si impara con gli occhi e con gli orecchi ed aggiungo che i bravi artigiani copiano, gli artisti rubano con gli occhi e fanno proprio.
Questo dobbiamo cercare di fare… perché in fondo, incordare, (e non accordare) è un’arte e c’è molta, molta differenza fra incordare” e “montare corde”.

Gabriele Medri